COME SI FESTEGGIA IL NATALE NEL MONDO? CURIOSITÀ E TRADIZIONI

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Dal Nord Europa al Medio Oriente: le festività natalizie nei vari Paesi del mondo tra simboli, tradizioni e curiosità.
Il Natale è una delle ricorrenze più sentite nel mondo, ma ogni Paese lo festeggia (oppure no) secondo la propria storia e cultura.
Il calendario gregoriano lo ha fissato al 25 dicembre perché tale data coincideva nell’antica Roma con la celebrazione del Dies Natalis Solis Invicti, l’origine del dio Sole. Con l’avvento del cristianesimo passò a indicare la nascita di Gesù.
Per il calendario giuliano, legato alla tradizione cristiana ortodossa russa, il Natale cade invece il 7 gennaio.

Questa festività ci richiama subito alla mente lui: Babbo Natale.
Il personaggio risale al 300 d.C. ed è legato a San Nicola, vescovo cristiano che divenne famoso per aver resuscitato dei bambini: in seguito a questi miracoli, ne divenne anche il protettore. Successivamente, si è diffusa l’usanza di scambiarsi dei doni in occasione della commemorazione del santo e, dopo lo scisma tra Chiesa cattolica e protestante, ogni stato ha adottato la propria versione.
Babbo Natale che va di porta in porta con un grosso sacco di doni è solo leggenda, un’invenzione, pura fantasia? In molti credono sia semplicemente una storia fiabesca da raccontare ai bambini, per tenerli buoni e rendere ancora più affascinante e misteriosa la notte più magica dell’anno. In realtà la storia dice il contrario: Babbo Natale è esistito davvero, ed era anche più di uno.
La figura del Babbo Natale moderno deriva dal vescovo San Nicola della città turca di Myra, vissuto nel IV secolo, che voleva raggiungere tutti i bambini che non avevano la possibilità o la volontà di recarsi in chiesa per la messa di Natale. A causa del freddo pungente, della neve e del gelo dell’inverno, che li chiudeva tutti in casa, quasi nessuno osava mettere il naso fuori dall’uscio. E così a San Nicola venne un’idea: andare di persona a casa dei bambini. Si racconta che, da vescovo, abbia esortato tutti gli altri parroci della sua diocesi ad andare di porta in porta per raggiungere i bimbi e spiegare ai più piccoli chi fosse Gesù Cristo. Ma come fare a catturare la loro attenzione? Gli venne allora un’altra idea, e così chiese ai parroci di portare con loro un regalo per ogni bambino. E fu così che i vari sacerdoti iniziarono a bussare di porta in porta, portando dei grossi sacchi pieni zeppi di doni, raggiungendo le varie case con slitte trainate da cani.
In Russia, per esempio, la sua figura era quella del “Grande Padre del Gelo”, un signore vestito di blu, mentre in altre parti del mondo, come in Gran Bretagna, era in verde.
E allora come siamo arrivati a questo? La raffigurazione attuale, che lo vuole come un signore pacioso e barbuto, vestito di rosso, è relativamente recente e si deve al vignettista Thomas Nast, che lo disegnò così nel 1862. E grazie a una pubblicità degli anni ’30 di una ben nota marca di bibita, la figura di Babbo Natale venne definitivamente consacrata così come la conosciamo oggi. La ben nota marca di bibita volle realizzare una campagna con un vero Babbo Natale: Haddon Sundblom, ispirandosi alla poesia di Clement Clark Moore 'La visita di San Nicola', disegnò l'immagine paffuta che tutti conosciamo. Santa Claus deve il suo nome appunto a San Nicola di Bari, le cui spoglie furono trafugate e trasportate da alcuni marinai a Bari, di cui è il patrono. San Nicola si distinse, sin da quando era un giovane orfano, per la sua generosità verso i più bisognosi, caratteristica mantenuta anche una volta eletto vescovo. Fin da allora Babbo Natale ogni 25 dicembre rende concreta l’eredità di San Nicola, e ai bambini fa trovare doni ogni anno sotto l’albero. Dimostrando a tutti loro – sia a quelli che sono stati buoni che a quanti hanno combinato qualche marachella - che l’amore è più grande di qualsiasi cosa abbiano mai fatto durante tutto l’anno.
Il Natale in Italia ha caratteristiche peculiari, come il presepe, una consuetudine tutta nostrana la cui origine si deve a San Francesco d’Assisi, o l’eterna diatriba “pandoro o panettone?”. Diamo ora uno sguardo verso gli altri Paesi.
In Cina troviamo la festa del Dōngzhì che coincide con il solstizio d’inverno e, per l’occasione, ci si riunisce in famiglia per trascorrere del tempo insieme, commemorare gli antenati e preparare pietanze tipiche come il tangyuan, delle palline di riso glutinoso.
Di recente, sta prendendo piede anche il Natale per come lo conosciamo noi, ma solo da un punto di vista commerciale e privo di qualsiasi connotato religioso: infatti, il 25 dicembre è un giorno lavorativo. Un uso tipico è quello di scambiarsi una mela con sopra disegnato Babbo Natale.
Come in Europa, così anche in Africa le tradizioni variano molto da Paese a Paese: in alcuni si festeggia il 7 gennaio, secondo il rito della Chiesa copta ortodossa, in altri si seguono i riti cristiani.
In Uganda, per esempio, il termine esatto per indicare questa ricorrenza è Sekukkulu ma non c’è l’abitudine di dare dei regali ai bambini.
In Sudafrica si addobbano le palme anziché gli abeti, e sarebbe abbastanza inusuale vedere le persone indossare sciarpe e maglioni di lana dato che siamo in piena estate.
In Kenya le città si spopolano e le persone tornano ai villaggi d’origine per riunirsi con le proprie famiglie e consumare insieme il nyama choma, un piatto tipico a base di carne di capra.
In Botswana, invece, è uso decorare le proprie abitazioni con addobbi natalizi e scambiarsi doni nella mattina del 25 dicembre; il resto della giornata si trascorre con i familiari e si gusta il seswaa, uno spezzatino di carne e polenta.
Tornando nel nostro continente e spostandoci a nord, facciamo tappa in Finlandia.
Qui la lettura della Dichiarazione Natalizia di Pace, che si tiene nell’antica capitale di Turku, inaugura ufficialmente l’inizio delle celebrazioni; nel mentre, a Helsinki, sfila per le strade Joulupukki, il corrispettivo del nostro Santa Claus.
Il 23 dicembre si addobba l’albero, mentre i festeggiamenti veri e propri avvengono il 24, quando tutta la famiglia si riunisce per una sauna, si pranza in compagnia e i bambini attendono l’arrivo dei regali.
Infine, ma non meno importante, la Finlandia è famosa, soprattutto, per essere la patria della casa ufficiale di Babbo Natale, che ha sede a Rovaniemi.
Nel mondo ci sono più di 160 nazioni che festeggiano il Natale. Tuttavia, ci sono alcuni stati in cui questa tradizione non ha preso piede o è addirittura stata proibita: